LE AREE INTERNE TRA ABBANDONI E RICONQUISTE

AREE INTERNE, BORGHI, TERRE ALTE E PICCOLE ISOLE

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© Filippo Tantillo
© Filippo Tantillo

DESCRIZIONE AREE

Le aree interne, il sistema insediativo dei borghi e le terre alte sono entità territoriali accomunate dalle dinamiche dei sistemi naturali e da processi di antropizzazione. Parliamo di contesti storici e geografici dotati di importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere), indispensabili per lo sviluppo di questi luoghi e preziose per l’ecosistema. 

Definiamo aree interne, secondo la classificazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne, quei comuni significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità). Tra questi ci sono i borghi, centri abitati di piccola-media grandezza e importanza, spesso dotati di pregio culturale e architettonico grazie alla loro fondazione come luoghi fortificati.. Mentre, con l’espressione terre alte ci riferiamo a quei territori montani che interessano l’arco alpino italiano e alcune parti dell’Appennino. 

© Giulia Valeria Sonzogno

PRINCIPALI SFIDE

Le aree interne, i borghi e le terre alte rappresentano spazi di opportunità e innovazione in grado di contribuire allo sviluppo del paese grazie alle importanti risorse ambientali, culturali e sociali in esse presenti. Tuttavia, per ridurre la marginalizzazione socio-economica di questi luoghi occorre:

  • invertire le dinamiche di spopolamento e aumentare il benessere della popolazione attraverso l’adeguamento della quantità e qualità dei servizi essenziali (scuola, mobilità e salute) e la riduzione del divario digitale;
  • arrestare i fenomeni di abbandono delle superfici agricole e valorizzare le risorse agricole,il capitale naturale, culturale e il turismo attraverso un approccio incentrato sulla sostenibilità ambientale, l’innovazione sociale ed il rafforzamento dei principali fattori di sviluppo locale;
  • tutelare il patrimonio territoriale, ambientale e paesaggistico per ridurre, prevenire e contenere gli effetti del cambiamento climatico;
  • investire sui giovani che decidono di rimanere o di tornare promuovendo azioni innovative di carattere sociale, culturale e imprenditoriale;
  • riqualificare il patrimonio residenziale dismesso, ri-utilizzare e re-inventare spazi nonché valorizzare le terre pubbliche e abbandonate ad oggi inutilizzate tenendo conto della dimensione sociale, collettiva e pubblica;
  • incentivare le relazioni funzionali tra aree di tipo diverso, senza trascurare le importanti connessioni strategiche tra aree urbane e aree interne contigue;
  • incentivare i legami tra le comunità delle aree interne e i Centri di competenza funzionalmente rilevanti per lo sviluppo di prodotti di mercato e del lavoro di qualità;
  • rafforzare le capacità delle amministrazioni locali, rinnovando il corpo amministrativo e incentivando le diverse possibili forme di collaborazione tra Comuni. 

Non si parte da zero. Numerose sono le azioni progettuali e gli investimenti che stanno interessando aree interne, borghi e terre alte, sia di carattere pubblico che privato. Obiettivo è trovare sinergie comuni e valorizzare contaminazioni e apprendimenti, tra pubblico e privato.

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© Daniela Luisi

STORIE

Housing sociale, Patrimonio abitativo,culturale e sociale

Riccia è un comune di 5045 abitanti in provincia di Campobasso. Negli ultimi anni nell’area del Fortore la percentuale di popolazione anziana ha raggiunto valori superiori alla media regionale (27,8% vs 24,6%). Il progetto del Comune di Riccia, e che coinvolge in un unico disegno strategico i comuni dell’area Fortore, è un innovativo sistema di social housing: un sistema di accoglienza nel borgo per la residenza e il benessere di persone della terza età, diffuso nel centro storico medievale di Riccia. 

Fontecchio è un comune di 326 abitanti in provincia de L’Aquila, è parte della Rete Borghi Attivi. Con il progetto Casa&bottega l’amministrazione ha voluto investire nella riqualificazione del borgo con l’obiettivo di adibire alcuni immobili a edilizia sociale, botteghe artigiane, rendere fruibili terreni per orti di prossimità e porzioni di bosco per taglio civico e pascolo). La parte infrastrutturale è integrata con servizi di comunità per gli abitanti. Il 9-12 ottobre 2017 si è svolto un workshop ricerca-azione sulla Convenzione di Faro organizzato dal Consiglio d’Europa. Per promuovere il patrimonio artistico e culturale dell’area, è stato avviato il progetto ‘Officina Manuzio – I mestieri del libro’, un processo partecipativo con la comunità subequana per la creazione di una “officina editoriale”.

Pienza, è un comune di 2076 abitanti, Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nella frazione di Monticchiello nasce negli anni sessanta l’esperienza del teatro povero, esempio di uso dello spazio pubblico e di riconversione di un borgo con un progetto sociale e culturale.

Inserirei qualche storia con focus su agricoltura, ad esempio il progetto “Pecunia” promosso dal Parco del Gran Sasso Laga in Abruzzo – http://www.gransassolagapark.it/pagina.php?id=105

Assergi è un comune di 524 abitanti dove ha sede il Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga  Qui prende vita nel 2010 il progetto Pecunia su iniziativa del parco per supportare la raccolta e lo smaltimento della lana presso le aziende agricole nell’area protetta. Gli sviluppi in termini di qualità della lana necessari a un incremento del prezzo di vendita hanno richiesto un’interazione, per quanto non formalizzata, tra parte produttiva e mondo della ricerca, la realizzazione di azioni mirate di assistenza tecnica e la messa a punto di linee guida sulla tosa rivolte ai produttori. Sono stati realizzati viaggi-studio degli allevatori aderenti, presso ditte specializzate nella selezione e cernita del biellese, che hanno permesso di migliorare la gestione della lana in allevamento e le operazioni di cernita. Il progetto ha consentito un riutilizzo e una migliore remunerazione della lana precedentemente poco remunerata se non smaltita come rifiuto speciale ed ha reso possibile la costituzione nel 2014 di una associazione per la valorizzazione della lana, partita con 15 allevatori e che oggi conta quasi 100 soci e lavora 30.000 Kg di lana.  Da questa iniziativa sono scaturiti una serie di progetti collaterali. Uno di questi nasce dall’iniziativa di un giovane veterinario dell’area moglie di un allevatore di pecore che a partire dall’utilizzo di lana di una specifica qualità e dalla sua filatura ha avviato una attività imprenditoriale finalizzata ad ottenere manufatti venduti poi in una bottega artigiana a Santo Stefano di Sessanio.

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Fonte: Comitato Tecnico Aree Interne, 2012

STATISTICA E MAPPE

Mappa dei comuni italiani secondo la classificazione in Poli e aree a diverso grado di perifericità rispetto ai poli di riferimento
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Mappa della variazione percentuale Superficie Agricola Utilizzata (SAU) 1982-2010

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