IMPRESE AMICHE DI RIABITARE L'ITALIA

Il progetto di comunicazione “IMPRESE AMICHE DI RIABITARE L’ITALIA” è rivolto alle imprese private ed ha l’obbiettivo di stabilire e rinforzare i contatti che l’associazione ha con le realtà private considerate attori decisivi nei processi di trasformazione territoriale e culturale, oltre che importante stimolo per l’elaborazione di una riflessione comune e condivisa volta alla ri-valorizzazione dei “territori del margine”. 

Di particolare interesse sono non solo e non tanto le imprese che guardano al territorio come ad un ambito esterno da coinvolgere nelle attività di responsabilità sociale d’impresa (CSR), quanto quelle imprese – anche piccole – che intendono il loro operato come inestricabilmente legato alla realtà territoriale che le ospita: imprese consapevoli di non poter esistere e svilupparsi se non nella relazione con il territorio, imprese che curano tale relazione perché sanno che solo da essa possono generarsi innovazione e sviluppo sostenibile.  La prima intervista della serie “IMPRESE AMICHE DI RIABITARE L’ITALIA” ha coinvolto Olga Urbani.

INSIEME A WINDTRE PER RIABITARE I PAESI CONNESSI 

Uno dei rischi più grandi che derivano dal vivere in un’area interna è quella di rimanere isolati. La carenza di servizi digitali e di telecomunicazione adeguati rende difficile lo sviluppo di circuiti economici e sociali, aumentando la distanza con i centri urbani più grandi. Il lavoro sulle infrastrutture digitali è necessario per vari motivi: deve rendere un servizio alla popolazione locale, e attirare pure chi decide di lasciare le metropoli in cerca di una vita più salubre. Una scelta che è possibile soltanto se vengono garantiti servizi essenziali, come ad esempio una rete che funzioni e che permetta agevolmente di fare smart-working. Di questi ed altri temi, abbiamo parlato con Roberto Basso Direttore External Affairs and Sustainability di Wind Tre.

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Donzelli Editore

Un mondo aperto: quando nacque la Donzelli (i primi titoli uscirono nel febbraio del 1993) l’idea posta al centro della riflessione, la sfida lanciata a se stessi e ai lettori, fu proprio questa.
Un piccolo gruppo intellettuale, geloso della propria autonomia, dotato di grandi entusiasmi ma di limitate risorse finanziarie, decise in quel momento di mettere a frutto l’esperienza fatta negli anni precedenti attorno alla rivista “Meridiana”

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