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Sogni e desideri di giovani che nelle aree interne vogliono investire il loro futuro

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L’associazione Riabitare l’Italia ha promosso l’indagine ‘Giovani dentro’ che ha l’obiettivo di indagare le caratteristiche dei giovani abitanti delle 72 aree interne italiane, per comprendere le dimensioni socio-economiche e le motivazioni valoriali del loro “restare” sui territori.

C’è un’Italia che non può e non deve essere dimenticata e abbandonata. E’ quella parte del Paese che conserva la sua autenticità al di là di quelle che sono state le azioni politiche e strategiche su quel territorio. E’ una parte dell’Italia fatta di storia, di cultura, di tradizioni che ha contribuito a rendere unico il nostro Paese.

Con l’obiettivo di riportare al centro del dibattito culturale la questione della contrazione dei territori, dagli squilibri demografici a quelli istituzionali, civili ed economici, nel 2020, in piena pandemia COVID, nasce Riabitare l’Italia. Un progetto ideato dalla volontà di un gruppo di accademici e professionisti legati a vario titolo personale e professionale alle aree da Riabitare: aree interne, montane, rurali del Paese. Si tratta di un progetto per promuovere una maggiore conoscenza delle diverse realtà presenti in Italia valorizzandone le differenze e la ricchezza di climi, popolazioni, di economie.

L’Italia è infatti il Paese del policentrismo geografico, dai grandi centri urbani alle aree interne e alle città medie, dalle aree rurali ai distretti industriali. In questo Riabitare l’Italia riconosce un’opportunità di sviluppo per il Paese e per i cittadini.

L’associazione, che non ha scopo di lucro, opera attraverso l’organizzazione di seminari e workshop. Sostiene progetti in essere, piccole sperimentazioni, promuove incontri istituzionali volti a favorire partenariati pubblico/privati per la realizzazione di progetti. Patrocina iniziative coerenti con gli obiettivi statutari dell’associazione stessa, la pubblicazione di libri, saggine e articoli di settore.

Tra le iniziative promosse dall’associazione c’è l’indagine ‘Giovani dentro’, una ricerca sui giovani, dai 18 ai 39 anni delle aree interne italiane. Un progetto supportato da Fondazione Vismara e CoopFond e che ha come partner scientifici GSSI, CREA, Osservatorio Giovani – UniSa, CPS – UniTO, Eurach Research.

Mia Scotti, componente del gruppo promotore di Riabitare l’Italia, spiega che si tratta di un progetto di ricerca azione avviato a ottobre 2020. Nasce da un’attenta analisi che il soggetto promotore ha condotto circa alcuni trend in atto nelle zone rurali montane italiane – in grandissima parte ricomprese nelle cosiddette “Aree interne”, oggetto della omonima strategia nazionale SNAI – e dall’osservazione di comuni percorsi di cambiamento.

“Sebbene questi luoghi, siano caratterizzati da una storia di progressivo abbandono del territorio e di spopolamento, c’è chi ha voglia e desiderio di scommetterci investendoci, trasferendosi, dando alla luce nuove attività e progetti. Esiste un flusso migratorio inverso, dalle città verso la montagna e le aree rurali, che coinvolge diversi soggetti alla ricerca di nuove opportunità di vita e lavoro. Tra questi, rientrano i cosiddetti nuovi montanari, popolazione giovane, che si stabilisce volontariamente in queste zone dalle città (o ritorna nelle aree interne, dopo aver studiato e lavorato nelle zone urbane), e che sono una risorsa sociale e lavorativa importante per i territori marginali”.

Il progetto ha l’obiettivo di indagare le caratteristiche dei giovani abitanti delle 72 aree interne italiane, e quindi anche quelle del Molise, per comprendere a fondo le dimensioni socio-economiche e le motivazioni valoriali del loro “restare” sui territori o del loro ritorno, nel caso dei “nuovi montanari”. Ma c’è anche la volontà di indagarne il potenziale in termini di sviluppo locale sostenibile, con particolare riferimento al settore agro-silvo-pastorale. Si tratta di una ricerca interdisciplinare e fortemente empirica, che interessa diversi ambiti, inerenti aspetti di sociologia, geografia ed economia regionale.

Il progetto si articola in tre fasi. Una ricerca campionaria e indagine social. Una ricerca qualitativa a soggetti rappresentativi delle categorie di interesse del progetto: ad esempio ritornanti, ossia persone originarie delle aree interne che decidono di ritornare ad abitare queste zone o nuovi montanari, persone che decidono di spostarsi dalla città per vivere in queste zone. E poi tre focus group di approfondimento in tre aree interne con soggetti del territorio per discutere dei risultati dell’indagine e immaginare percorsi, processi e progetti di sviluppo bottom up.

Una analisi che vuole riportare qualcosa di concreto al territorio e in particolare a quelle zone marginali del Paese.

“Tra gli obiettivi dell’indagine c’è sicuramente quello di restituire una base informativa solida e utile alle comunità locali sulle aspettative e i desideri dei suoi giovani abitanti. Speriamo che questa ricerca possa essere inoltre occasione di incontro e di confronto tra attori degli stessi territori, creando e consolidando reti. Non escludiamo che i risultati e gli spunti dell’indagine possano essere la scintilla per la promozione e/o la realizzazione di progetti locali. Si tratta infatti di un progetto di ricerca azione che ha tra gli obiettivi anche quello di far nascere sinergie traducibili in progetti e iniziative locali”.

Uno studio dunque, da dove (ri)partire per una rinascita del territorio che può conservare la sua autenticità e unicità.

“Credo che la valorizzazione dell’autenticità sia piuttosto l’unica strada sensata da percorrere per lo sviluppo socio economico di questi luoghi. La lontananza dai grandi agglomerati urbani, se può essere un elemento di svantaggio sotto alcuni aspetti, ha anche consentito a questi stessi luoghi di preservarsi e conservare i propri elementi di unicità. Le aree interne sono territori che si distinguono, con un patrimonio unico del saper fare, depositari di tradizioni artigianali, culinarie, produttive uniche in Italia al mondo. Sì, ci sono delle sfide e delle situazione di difficoltà che li caratterizzano e che devono essere oggetto di adeguate politiche, ma non si tratta di territori da “aiutare” ma piuttosto con cui progettare nuove e uniche strade di sviluppo”.

Se le difficoltà per chi resta o sceglie di tornare in questi territori – spesso caratterizzati da una straordinaria bellezza e contestualmente da un forte isolamento – potrebbero essere tante, lo studio vuole puntare su quelli che sono i desideri e le aspettative dei giovani che in questi luoghi vogliono investire sul proprio futuro.

Indice dei contenuti

Slide su giovani dentro 

The 13th OECD Rural Development Conference was held in Cavan, Ireland on 28-30 September 2022 under the theme “Building Sustainable, Resilient and Thriving
Rural Places”.

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