Il Manifesto per riabitare l’Italia si conclude invitando a disegnare mappe e raccogliere statistiche per alimentare la conoscenza e guidare l’azione dei soggetti locali, entro un «progetto di riconquista delle aree marginalizzate». In questa prospettiva, statistiche e mappe hanno un ruolo strumentale, ma essenziale.

Al progetto di Riabitare l’Italia non servono mappe già pronte. Il progetto parte dal rovesciamento di un punto di vista prevalente. Le mappe esistenti in gran parte riflettono quella prospettiva, sono al suo servizio. Si tratta perciò di disegnare nuove mappe.

Non è sufficiente una sola mappa, o un solo tipo di mappa. Serve una pluralità di mappe, per documentare e illustrare una pluralità di informazioni e di elementi.

Inoltre, le mappe hanno il problema della scala. La scala territoriale adottata ne condiziona il livello di definizione, la quantità di informazione che è possibile estrarre. Anche nell’ipotesi di uno zoom quasi infinito, un approccio top-down condiziona quello che è possibile osservare, con una perdita della visione del contesto.

È dunque necessario produrre mappe attente ai luoghi, utili come base conoscitiva e guida alle strategie place-based. Per disegnarle occorre un passaggio importante: individuare – a scala locale – non soltanto tratti comuni ai diversi luoghi, ma anche interconnessioni che permettano di affermare se essi condividono qualche cosa che preesiste all’assetto attuale. Non un esercizio di storia urbanistica o economica, ma la ricerca di uno stock, di un patrimonio che permetta di dire che quell’Italia preesiste a quella attuale. Questa è una condizione per poter affermare che quell’Italia esiste oggi, è viva, ha vocazioni e potenzialità.

È un obiettivo ambizioso, e necessariamente richiede la costruzione di un quadro multidimensionale (welfare, salute, istruzione, mobilità, attività economiche, infrastrutture, acqua, energia, consumo di suolo, …). Non c’è un solo aspetto, e meno che mai un solo indicatore, che possa dare conto di questa relazionalità.

OBIETTIVI

Creare uno strumento di lavoro. È importante non “rappresentare” qualche cosa di già esistente, non presentare un’analisi, non predefinire la scala e il punto di vista.

Trasferire know-how. In concreto, significa spiegare dove si trovano le informazioni statistiche (le fonti), che cosa significano (la meta-informazione), quanto sono affidabili, quanto spesso sono aggiornate, come si usano e in quali casi è opportuno usarle, …

Linkare le fonti piuttosto che duplicarle, per evitare il rischio di disallineamento tra fonte originaria e fonte derivata in occasione degli aggiornamenti.

Linkare gli strumenti: privilegiando quelli più versatili, aperti e con una politica di aggiornamento.

SCALABILITA'

Dato che non conosciamo ex ante le caratteristiche specifiche dei destinatari né, soprattutto, la scala dei progetti di ricerca e di cambiamento a cui intenderanno operare, appare opportuno garantire la massima possibile granularità. Questo significa fornire dati a livello comunale.

A partire dai dati comunali si possono ricostruire, sostanzialmente per aggregazione, quelli a scale superiori (sistema locale, provincia, regione, ripartizione), ma anche per tipologie territoriali specifiche.

DESTINATARI

Questa ‘pagina’ statistica è chiaramente a disposizione di tutte e di tutti. Ma nel progettarla e nel realizzarla abbiamo avuto in mente, come usi e come utenti di riferimento, soprattutto due tipologie:

progetti di sviluppo locale, nell’ipotesi che i loro promotori si pongano il problema di documentare statisticamente le analisi alla base del progetto (situazione di partenza, dotazioni, vocazioni economiche e sociali del territorio, colli di bottiglia, punti di forza e di debolezza, …)

analisi a più vasto raggio in un’ottica comparativa su un fenomeno.

Si tratta di usi diversi dell’informazione statistica, e verosimilmente anche di utenti diversi (anche se la sovrapposizione usi/utenti non è perfetta).

Il Gruppo di lavoro "Statistiche Territoriali"

Il Gruppo statistiche è il punto di riferimento e di stimolo in materia statistica (e più in generale quantitativa) all’interno dell’Associazione Riabitare l’Italia.

Andrea Faccini

Statistico ed economista ha un un’esperienza pluriennale in materia di programmazione, attuazione, monitoraggio, valutazione e controllo di interventi e politiche pubbliche volte allo sviluppo locale e territoriale nell’ambito dei Fondi Strutturali Europei (FESR, FSE, FEASR) e del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC). Nell’ambito di tale esperienza svolge servizi di assistenza tecnica e supporto specialistico in favore di primarie Amministrazioni Centrali e Locali.

Mariella Volpe

economista, si occupa di economia pubblica, finanza pubblica a livello territoriale, valutazione di politiche pubbliche. Ha lavorato presso numerose istituzioni pubbliche e non (Presidenza Consiglio dei Ministri – Dipartimento per il Mezzogiorno, Cespe Fondazione, Osservatorio per le Politiche Regionali, Cabina di Regia nazionale, Istituto Assistenza Sviluppo Mezzogiorno, Dipartimento per le Politiche di Sviluppo, Agenzia per la Coesione Territoriale). I suoi interessi di ricerca vertono sugli effetti territoriali di politiche macroeconomiche; la costruzione di conti consolidati del settore pubblico allargato a livello territoriale; i rapporti tra federalismo, equità e sviluppo; gli effetti redistributivi dei servizi pubblici, gli effetti territoriali della autonomia differenziata. E’ autrice di articoli e saggi su questi temi.

Diego Gallinelli

laureato in Geografia presso Sapienza Università di Roma e Phd in Storia, territorio e patrimonio culturale presso l’Università degli studi Roma Tre, è docente a contratto in Sapienza per l’insegnamento di Geografia generale e collaboratore presso il CREA.

Dal 2016 partecipa a diversi progetti di ricerca d’Ateneo in Sapienza come esperto nell’utilizzo dei Geographic Information System applicati alla prevenzione dei rischi ambientali e allo studio delle trasformazioni territoriali. Nel 2021-23 è stato assegnista di ricerca al CREA per il progetto europeo Open IACS nel ruolo di analista di dati amministrativi e statistici per il calcolo di indicatori agro ambientali. Attualmente collabora al progetto Rete Rurale Nazionale nell’ambito della Strategia Nazionale Aree Interne per l’aggiornamento e la sistematizzazione della banca dati e degli indicatori territoriali utilizzati per la diagnosi delle aree interne.

Dal 2015 è Consigliere regionale – sezione Lazio dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG) e dal 2018 Co-Chief dell’Editorial Board di J-Reading (Journal of Research and Didactics in Geography).

Flavia Melchiorri Terribile

conomista. Vice-Presidente del Comitato per le politiche di sviluppo regionale dell’OCSE e componente del Nucleo di valutazione e analisi per la programmazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Esperta in analisi e valutazione delle politiche pubbliche, ha ricoperto posizioni dirigenziali e tecniche in Organizzazioni internazionali (OCSE, dal 1993 al 1998) e Amministrazioni centrali (Ministero dell’Economia e Finanze 1998-2006; Ministero dello Sviluppo Economico 2006-2015; Presidenza del Consiglio dei Ministri dal 2016). Consigliere economico del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti da febbraio 2021 a ottobre 2022

Giovanni Barbieri

Giovanni A. Barbieri, economista, all’Istat è stato direttore per le statistiche territoriali e per lo sviluppo della cultura e dell’informazione statistica, oltre ad aver coordinato molte edizioni del Rapporto annuale. Presso Donzelli ha pubblicato Generazioni (2016, con G. Alleva) e Le memorie del paniere (2022, con P. Giacché).

Alessandra De Renzis

Lavora in Regione Toscana e dal 2005 si occupa di politiche pubbliche a sostegno delle strategie territoriali (aree rurali e interne, strategie di sviluppo urbano e specializzazione intelligente). Dal 2020 lavora nel Gabinetto del Presidente Eugenio Giani seguendo in particolare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e le Politiche di Coesione europee. Da Novembre 2018 è dottoranda in Studi Urbani e Scienze Regionali presso il Gran Sasso Science Institute interessandosi di coesione territoriale e crescita inclusiva in particolare nelle aree periferiche.

Sabrina Lucatelli

Direttrice di Riabitare l’Italia, esperta di Politiche di Sviluppo aree a bassa demografia. Componente del Nucleo di Valutazione del Dipartimento per la Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Già Coordinatore della Strategia Nazionale delle Aree Interne. Vice- Presidente del Gruppo OCSE politiche territoriali Aree Rurali. Già economista all’OCSE con un’esperienza di Lavoro sui Paesi del Sud America e dell’Africa. In Commissione Europea ha sviluppato l’azione pilota sulle relazioni tra città e campagna, e la rete di monitoraggio per valutare i progetti di accesso all’Acqua e Energia nei Paesi in via di sviluppo. Esperta di sviluppo, con una particolare attenzione al tema della qualità della vita nelle aree a bassa demografia.

Daniela Storti

PhD in Istituzioni Agricoltura e Sviluppo Economico, è ricercatrice senior presso il CREA. Esperta di politiche agricole e di sviluppo territoriale ricopre da più di un ventennio ruoli di responsabilità nell’ambito dei programmi di assistenza tecnico-scientifica alle istituzioni nazionali e comunitarie per la programmazione strategica e l’attuazione delle politiche pubbliche, la delimitazione delle aree di intervento e la progettazione sui territori. Dal 2012 è componente del Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne. Partecipa a diversi gruppi di lavoro e progetti a livello internazionale e nazionale ed è componente dell’ufficio statistico CREA, rappresentante del Mipaaf nei Gruppi di lavoro OCSE indicatori territoriali e politiche Rurali, componente dell’AG5 nell’ambito della Strategia Eusalp (EU Strategy for the Alpine Region). E’ tra i 20 soci fondatori della rete Appia, rete italiana della pastorizia, e tra i promotori della Scuola Nazionale della Pastorizia (SNAP).