LE AREE INTERNE TRA ABBANDONI E RICONQUISTE

“Basta disuguaglianze per un comunitarismo aperto” di Fabrizio Barca

Facebook
Twitter

Questo testo  di Fabrizio Barca è tratto dal libro

Manifesto per riabitare l’Italia

(a cura di Domenico Cersosimo e Carmine Donzelli)

con contributi, tra gli altri, di Tommaso Montanari, Gabriele Pasqui, Rocco Sciarrone, Nadia Urbinati, Gianfranco Viesti

“Confini naturali fatti di faglie, creste, fiumi, mari, dirupi, insomma dalla rugosità della nostra terra. Confini territoriali e sconfinamenti realizzati dalle specie animali nell’adattarsi e nel modificare quelle rughe. Confini a volte irriducibili fra opinioni degli esseri umani sui valori e su cosa sia giusto, a un tempo influenzati dai precedenti confini e fonte di altri confini. Altri confini, appunto, frutto per intero del nostro umano costrutto, del nostro organizzarci in comunità attorno a qualcosa di condiviso o di utile, con un ruolo del caso: famiglie, comunità, villaggi, città, feudi, borghi, comuni, frazioni, leghe/alleanze fra comuni, regioni, macro-regioni, imperi, quartieri, circoscrizioni, e poi, a un certo punto, nazioni.”