LE AREE INTERNE TRA ABBANDONI E RICONQUISTE

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L’adattamento al cambiamento climatico nelle aree interne: una proposta di progetto per il Programma Interreg ADRION

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Il tema del cambiamento climatico è diventato negli ultimi anni centrale nelle politiche territoriali e di sviluppo locale, sia di ambito regionale che superiore.

L’attenzione delle politiche è principalmente rivolta alle aree più popolose del Paese, finalizzate in particolare a limitare la vulnerabilità dei territori agli effetti generati da eventi meteo estremi.

Nelle aree interne l’impatto del cambiamento climatico non è stato sufficientemente analizzato: l’abbandono e la conseguente rinaturalizzazione del territorio da un lato aumenta la resilienza dell’ambiente agli effetti generati dagli eventi meteorologici estremi; dall’altro lato, tuttavia, rende questi territori maggiormente vulnerabili per la ridotta presenza di popolazione giovane in grado di mettere in atto iniziative efficaci di adattamento e di mitigazione.

Di ciò si sta prendendo via via consapevolezza anche nel contesto della comunità delle Aree Interne. L’Area Interna Appennino Piacentino e Parmense, da alcuni anni sta portando avanti progetti di ricerca azione e di sensibilizzazione, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna: si sono approfonditi i temi della protezione civile, della gestione sostenibile delle risorse idriche e delle comunità energetiche rinnovabili. Il tema è oggetto di approfondimento e di riflessione tra i ricercatori di Riabitare l’Italia.

Nello scorso mese di giugno è stato candidato alla prima Call del Programma Interreg ADRION il progetto CLAPIN (“Community-led local adaptive actions to climate change in the mountain and inner areas of the Adriatic-Ionian region”). Il soggetto capofila del partenariato è il GAL del Ducato, il cui territorio interessa tre Aree Interne dell’Emilia-Romagna nelle province di Parma e Piacenza: l’Area Interna 2014 Appennino Piacentino Parmense e le Aree Interne SNAI 2021 Appennino Parma Est e Alta Val Trebbia e Val Tidone.

Riabitare l’Italia è partner associato, in relazione alla sua specifica expertise sulle Aree Interne. Sono coinvolti in tutto otto partner di progetto e sei partner associati provenienti da sette paesi della regione Adriatico-Ionica, ovvero Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Macedonia del Nord, Serbia e Slovenia. Scopo del progetto è quello di studiare gli effetti congiunti dello spopolamento e del cambiamento climatico nelle aree montane e interne della regione Adriatico-Ionica, al fine di mettere in campo strategie di adattamento in grado di aumentare la resilienza di questi territori e di promuoverne lo sviluppo sostenibile. La durata prevista del progetto è di 30 mesi; il budget è di circa 1,5 milioni di euro.

Il primo obiettivo di questo progetto è quello di studiare gli effetti congiunti dello spopolamento e del cambiamento climatico sulle aree montane e interne della regione Adriatico-Ionica e di operare, allo stesso tempo, una valutazione delle attuali politiche di sviluppo locale messe in campo in queste aree, per verificare se e in che misura esse siano efficaci nel favorire l’adattamento al cambiamento climatico. 

L’area di cooperazione del programma Interreg IPA-ADRION (sin) e uno scorcio della piacentina Val Trebbia (dx, Foto: Travel Emilia Romagna)

Il secondo obiettivo del progetto è quello di sperimentare soluzioni innovative per l’adattamento al cambiamento climatico nelle aree montane e interne. A tal fine, nella proposta progettuale vengono individuate sette azioni pilota che verranno implementate nelle aree progetto, e che saranno tutte incentrate sulla promozione di iniziative di sviluppo locale in grado di sostenere l’adattamento al cambiamento climatico da parte dei territori. Le soluzioni proposte comprendono l’attivazione di programmi di volontariato per la manutenzione dei sentieri escursionistici, la promozione del turismo eco-sostenibile, lo studio di forme alternative di mobilità a ridotto impatto ambientale, la protezione e il ripristino degli ecosistemi, così come la creazione di invasi artificiali per la gestione delle risorse idriche. 

Le conoscenze acquisite durante la fase di ricerca, congiuntamente all’analisi degli impatti delle sette azioni pilota, saranno condivise con gli stakeholder locali di ognuna delle aree progetto e, tramite un percorso partecipato, verranno elaborate per ogni territorio specifiche strategie per l’adattamento ai cambiamenti climatici e per la prevenzione di disastri naturali. Inoltre, le strategie di adattamento e prevenzione saranno propedeutiche all’elaborazione di un unico documento finale contenente una visione integrata delle politiche di sviluppo locale e di adattamento ai cambiamenti climatici nella regione Adriatico-Ionica, il quale conterrà raccomandazioni per lo sviluppo di future strategie di adattamento. 

Non ultimo, il progetto ha l’obiettivo di portare avanti un’opera di comunicazione sul tema del cambiamento climatico tra le comunità locali che vivono nelle aree montane e interne della regione Adriatico-Ionica, allo scopo di renderle più consapevoli e di fornire loro gli strumenti per mettere in campo future azioni di adattamento e mitigazione. Infatti, nel corso del progetto verranno organizzati workshop e conferenze sulle tematiche affrontate dal progetto e rivolte alle popolazioni delle aree progetto. In particolare, verranno organizzate attività specifiche con le scuole, allo scopo di sensibilizzare le generazioni più giovani. Infine, lungo tutto l’arco del progetto verrà portata avanti una campagna di comunicazione sui canali social del progetto e di tutti i partner, per massimizzare la visibilità delle attività svolte e per diffondere i risultati ottenuti.

La provenienza dei partner di progetto è estremamente eterogenea, così come lo sono le competenze che ognuno di essi è in grado di mettere a disposizione del progetto. Infatti, parteciperanno al progetto: il Centro per l’Energia, l’Ambiente e le Risorse CENER21 (Bosnia-Erzegovina); la Facoltà di Scienze Agro biotecniche dell’Università di Osijek (Croazia); il Comune di Nea Propontida (Grecia); l’associazione EKOMENLOG Ohrid (Macedonia del Nord); l’Agenzia di Sviluppo Regionale di Zlatibor (Serbia); il Centro di Sviluppo della Valle del Soča (Slovenia). Per quanto riguarda l’Italia, in totale prenderanno parte al progetto due partner di progetto e un partner associato: il GAL del Ducato, responsabile del Programma Leader per le province di Parma e Piacenza; la società di ricerca eco&eco di Bologna, impegnata nella SNAI sin dalle prime sperimentazioni in campo nazionale; Riabitare l’Italia che, in qualità di partner associato, fornirà supporto nella progettazione dell’attività di ricerca e dell’azione pilota da realizzare nell’area italiana, e collaborerà alle attività di disseminazione del progetto.

CLAPIN contribuirà quindi da un lato, a rafforzare la consapevolezza delle istituzioni e degli stakeholder locali sul tema del cambiamento climatico e, dall’altro lato, ad accrescere le conoscenze e le esperienze che verranno valorizzate per la pianificazione delle future azioni di adattamento al cambiamento climatico nell’area ADRION. Riabitare l’Italia, oltre a portare all’interno del gruppo di lavoro l’esperienza SNAI, faciliterà la disseminazione dei risultati del progetto nella comunità della Aree Interne del Paese.