Chi abita in montagna non ha le stesse opportunità, lo stesso accesso ai servizi fondamentali di chi vive in città. Meno servizi inducono l’abbandono, meno abitanti giustificano il taglio dei servizi, in una spirale senza fine.
Ma sulle terre alte c’è qualcosa di molto importante: ci sono risorse essenziali che scarseggiano altrove (acqua e aria pulita, spazio, silenzio), c’è un patrimonio di saperi, tradizioni, biodiversità, c’è chi decide di restare e fare progetti.
Quale strategia e quali atti concreti sono necessari per trasformare la montagna in luogo da abitare 365 giorni l’anno? Quale ruolo possono giocare l’agricoltura, l’allevamento, il cibo di qualità?
Intervengono:
- Rossano Pazzagli, docente di Storia moderna presso l’Università degli Studi del Molise, direttore della scuola di paesaggio Emilio Sereni e della scuola dei piccoli comuni
- Marco Bussone, presidente nazionale Uncem, l’Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani
- Sabrina Lucatelli, direttrice di Riabitare l’Italia, esperta di politiche di sviluppo aree a bassa demografia
- Serena Giraudo, L’orto di Ostana, Valle Po e Monviso, Cuneo
- Carlo Murer, stalla condivisa a Valmorel, Belluno
- Davide Orlandi, Presidio del prosciutto del Casentino, Arezzo.
Modera: Federico Varazi, vicepresidente Slow Food Italia.
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