LE AREE INTERNE TRA ABBANDONI E RICONQUISTE

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Un paese ci vuole

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Recensione del libro Lento Pede di Mauro Francesco Minervino

“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. E così è, ed è stato. Ma forse è arrivato il momento di fare i conti con un insieme di luoghi comuni che riguardano la vita dei paesi a cui allude quella tragica e teatrale frase con cui Pavese iniziava La luna e i falò, il libro scritto poco prima di uccidersi. Per la geografia umana e per il carattere culturale della nostra attuale nazione – dunque per la vita stessa del nostro paese, quello con P maiuscola –, il paese, questa entità provinciale ancora così fragile e diffusa, così maggioritaria e così significativamente italiana, resta tuttora variamente implicata nella realtà sociale, nel discorso pubblico e nelle scelte politiche ed economiche. Quale che sia la realtà, la crisi dei paesi ci riguarda tutti da vicino e si ripropone irrisolta, specie in questo particolare momento storico. Il costante svuotamento demografico e la “sparizione dei paesi” sono destinati a fare problema, a interrogarci sul presente e sul futuro da costruire in Italia con o senza paesi. Intanto un dato di fatto. Su quasi 8000 comuni, compresi tra questi le città capoluogo, i grandi centri metropolitani e quelli medi, distribuiti da Nord a Sud, ci sono ben 5.535 comuni che restano oggi sotto la soglia critica dei 5.000 abitanti. Questi piccoli comuni, che sono propriamente ciò che abbiamo definito da sempre “paesi”, rappresentano ben il 70% del numero totale dei comuni italiani, e ben 13 milioni di persone che nei paesi continuano ad abitare e a vivere. Nonostante declino demografico, perdita di servizi e attività fondamentali.

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